BORDER URBANISM & INNER WATERFRONT
Il rallentamento della domanda di nuove abitazioni, di nuove costruzioni, di espansioni urbane, è accompagnato da un nuovo interesse, culturale oltre che economico, verso il riuso, il recupero e la conservazione dei tessuti urbani, di parti di città, di ambiti produttivi interclusi, di porzioni di territorio già costruito e dello stesso territorio nelle sue valenze ambientali e paesaggistiche. La rifunzionalizzazione di numerose fratture interne alla città, si configura come grande occasione per la riqualificazione morfologica e funzionale dell’ambiente urbano, rilancio economico di parti di città e riconquista del rapporto con i fiumi. Negli interventi di recupero delle aree produttive, tuttavia, non è più il solo processo dismissione/delocalizzazione/ri-funzionalizzazione a guidare l’azione ma una nuova visione. Pensare a una tipologia di spazi dinamici in cui la dimensione urbana, ambientale e della produzione si integrino a formare
nuove configurazioni a forte complessità relazionale, relazionale, morfologica e sociale. Quindi, andare ad operare sulle grandi discontinuità e fratture interne alla città, reinterpretando la natura di questi margini come occasioni ed opportunità per la creazione di connessioni, relazioni e nuovi spazi urbani integrati, dove la dimensione ambientale, della produzione della città residenziale si incontrino in modo equilibrato e funzionale per determinare qualità, bellezza e funzionamento ottimale dell’intero sistema urbano. A fronte di queste premesse, si ritiene necessario – al fine di indirizzare le trasformazioni future – elaborare strumenti di programmazione per la rigenerazione funzionale degli ambiti descritti, a partire dalla individuazione di ambiti strategici per l’evoluzione e lo sviluppo dei margini interni, a cui segue lo sviluppo progettuale di un ambito operativo in essi contenuto.